La nostra auto è la “nostra” auto. E’ un po’ datata, ma l’abbiamo sempre curata e tenuta in buona efficienza. Controlli periodici al motore, cambio gomme, olio e filtri quando necessario e anche la carrozzeria non l’abbiamo mai lasciata deperire. Persino quei piccoli graffi li abbiamo sempre fatti riparare perché ci piace avere una carrozzeria a posto.
Insomma un’autovettura con un po’ di anni sulle spalle, ma ancora in ottime condizioni ed affidabile.
Purtroppo, durante il solito tragitto per andare al lavoro, abbiamo subito un incidente e l’auto ha avuto alcuni danni alla carrozzeria. Vabbè, la responsabilità non è nostra e quindi l’assicurazione ci ripagherà di tutti i costi della riparazione.
Ma una volta portata dal carrozziere arriva la brutta notizia. Ad un primo esame, i danni potrebbero superare il valore del veicolo e a confermarlo ecco che arriva anche l’accertamento da parte del perito inviato dalla Compagnia di assicurazione. Aggiustarla non “conviene”. Il costo delle riparazioni supera il valore dell’auto. E allora? E allora l’assicurazione non pagherà il costo delle riparazioni, ma provvederà a pagare tutto il valore del mezzo. A dirla così sembrerebbe una buona cosa, in pratica con i soldi che vale la nostra autovettura non riusciremo ad acquistarne un’altra usata e tenuta così bene come l’avevamo tenuta noi.
Secondo l’art. 2058 del Codice Civile, il risarcimento in forma specifica (costi di riparazione) è ammesso solo se non risulta eccessivamente oneroso per il debitore, quindi nel caso dell’autovettura, se non supera notevolmente il valore di mercato del veicolo.
Anche la Corte di Cassazione è intervenuta più volte per affermare questo principio, tenendo conto del fatto che in caso di notevole diversità tra costi di riparazione e valore dell’auto, il proprietario dell’auto (danneggiato) verrebbe ad “arricchirsi” in seguito all’incidente, in quanto riceverebbe come costi di riparazione, più del valore stesso del mezzo.
Questa è la regola generale, anche se è necessario tener conto anche di una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 10686 del 2023) ha stabilito che non si può negare il diritto a far riparare il veicolo danneggiato per il solo fatto che il costo delle riparazioni superi il valore del mezzo. Per la Suprema Corte, l’eccessiva onerosità di cui parla l’art, 2058 del C.C, si concretizza quando il costo delle riparazioni superi notevolmente il valore antesinistro e finisca per rappresentare un onere sproporzionato per il danneggiante e produca un ingiustificato “arricchimento” per il danneggiato. In altre parole non è sufficiente una semplice riparazione antieconomica per escludere il risarcimento in forma specifica, ma è necessario che questa sproporzione produca anche un aumento del valore del veicolo rispetto alla situazione prima dell’incidente.
Quindi, nei casi in cui il costo delle riparazioni sia oggettivamente sproporzionato al valore dell’auto e le riparazioni producano un aumento sensibile del valore del mezzo, l’assicurazione può optare per il risarcimento per equivalente (valore antesinistro dell’auto).
Ogni caso però è particolare e specifico ed è quindi sempre utile farsi assistere da un professionista e non lasciare solo alla Compagnia di assicurazione la valutazione dei nostri danni.